Vengo anch'io !
Cronaca della traversata Vulcano (Punta Bandiera) - Capo Milazzo 26 settembre 2016
La Vulcano - Milazzo inizia a Tarifa. Un anno prima, circa, guardando
la costa del Marocco.
Io ne parlo (entusiasta, un po’ troppo), Enrico ascolta (attento,
anche troppo) e la cosa finisce lì come una delle tante chiacchierate con gli
amici.
Sennonché, capita che i "troppi" finiscono per collidere.
Difatti, passano i mesi, ed Enrico mi scrive dicendo che della traversata ne ha
parlato in FINP (Federazione Italiano Nuoto Paralimpico), che ha raccolto
l'adesione di Ninni Gambino, delegato FINP per la Sicilia, e che vorrebbe
quindi tentarla il 20 settembre 2016, subito dopo la chiusura delle Paraolimpiadi.
Se riesce sarà il primo nuotatore paralimpico ad averla portata a
termine.
“Vengo anch'io! Vengo anch'io!”
- dico frenetica (e speranzosa).
“Si-tu-si” - è la riposta
immediata di Enrico (alias il Grande).
Ora tocca organizzare, meno male che per questo c'è Cristina Faranda
(che diventerà la vera anima organizzatrice di questa traversata) contattata da
Enrico tramite Pippo Nicosia del Nuoto Milazzo. Anch’egli appoggia
incondizionatamente il tentativo di traversata e per dimostrarlo “adotta” subito
i due nuotatori foresti.
Cristina (alias Super Cristina) si lancia nell'organizzazione con
grande capacità, generosità e determinazione. Contatta i barcaioli, Natale
Morabito e Carmelo Taranto, reperisce la disponibilità dell'assistente di
salvamento e con grande perizia e pazienza, affronta la burocrazia dei doverosi
permessi presso la Capitaneria, che appoggia l’evento comprendendo l’importanza
di divulgare i valori e i benefici dello sport, in particolare per le
persone
disabili.
Alla fine, per la data prefissata del 20 settembre 2016, tutti i pezzi
del puzzle sono andati a posto: abbiamo le barche, l'assistente di salvamento,
il medico i cronometristi, il responsabile di traversata. Non abbiamo però il
bel tempo.
E così lunedì 19 settembre, durante la conferenza stampa presso il
Comune di Milazzo tenutasi alla presenza del sindaco, Giovanni Formica,
dell’assessore alle politiche sociali, Giovanni Di Bella, al delegato FINP
Sicilia, Ninni Gambino, al presidente del Nuoto Vicenza, Armando Merluzzi, e a
Cristina Faranda, presente come rappresentante del Movimento Sportivi Milazzesi
e del Nuoto Milazzo, davanti a una pioggia battente, ci arrendiamo
all'evidenza.
Tocca rinviare. Tocca anche riorganizzare. Sembra che il meteo torni
favorevole venerdì 23. Allora pronti via: spostiamo prenotazione hotel su
Vulcano, verifichiamo le disponibilità di tutti i soggetti coinvolti
(barcaioli, cronometristi, assistente di salvamento, medico). Ci siamo.
Quasi...manca "solo" il medico.
Nell'attesa, con Enrico e Armando ci spostiamo sul versante ionico
della Sicilia, consultiamo sette diversi siti meteo ogni mezz'ora, defatichiamo
con nuotatine controcorrente, e, per tenere alto il morale, facciamo il pieno
di granite e festeggiamo il compleanno di Armando (auguri Presidente!) con del
buon vino dell’Etna. Alla fine rompiamo gli indugi: venerdì si tenta, sentenzia
Cristina dopo essersi consultata con i barcaioli. Giovedi 22 settembre siamo di
nuovo a Milazzo, il tempo sembra migliorare, Natale Morabito e Carmelo Taranto
sono pronti, l'assistente di salvamento (Paolo Laspada) c'è, Mimmo Sarlo
conferma che manderà due cronometriste (Angelina Magraviti e Giusy Genovese).
E il medico? Coup de theatre.
Sì il medico c’è. Anzi no, non c’è più. Sconforto. Ma se il gioco si fa duro,
Cristina Faranda (alias l’Asso nella manica) inizia a giocare. Dopo una buona
mezz'ora di telefonate, mentre attendiamo col fiato sospeso, abbiamo il medico:
Antonio Orlando, che senza esitazione alcuna decide di unirsi a noi. Non resta
che comunicare la variazione alla Capitaneria. Dopo poco Cristina ci raggiunge
sfrecciando con il suo scooter e sbandierando trionfante l'ordinanza.
Via! Subito! Destinazione Vulcano. “Tre biglietti di SOLA ANDATA per
Vulcano”, chiedo con nonchalance meneghina all’addetto della Liberty Lines. E
poi pieno di carboidrati e a letto presto.
La mattina del venerdì 23 settembre sveglia alle 5,30, plum-cake e
passeggiata verso il porto, dove ci attende lo Shark di Natale Morabito.
Mezz’ora di navigazione con destinazione Punta Bandiera. Li troviamo
anche la barca di Carmelo, il
Predator, con a bordo Cristina e Paolo.
Enrico ed io entriamo in acqua e tocchiamo gli scogli. Alle 7:07
Angelina dà il segnale di partenza. Si va. Si nuota.
Il mare
sembra buono, ma è un'impressione che sfuma dopo poco tempo. L'onda è calata ma
non le correnti.
La prima parte è difficoltosa per Enrico, che soffre le bevande e patisce un po' il mare, ma viaggia comunque bene. Così Armando cambia in corsa il “menù del nuotatore” passando a frutta secca uvetta e acqua. Il nuovo “menù” ed una corrente a favore lo fanno andare forte per due, forse tre miglia, sulle 12 e passa totali.
La prima parte è difficoltosa per Enrico, che soffre le bevande e patisce un po' il mare, ma viaggia comunque bene. Così Armando cambia in corsa il “menù del nuotatore” passando a frutta secca uvetta e acqua. Il nuovo “menù” ed una corrente a favore lo fanno andare forte per due, forse tre miglia, sulle 12 e passa totali.
Si va
avanti con corrente di fianco che diventa più fastidiosa. Enrico (alias the
Lion) prosegue con buon ritmo, accelerando la frequenza della bracciata e
tenendo sotto controllo il dolore alla spalla per l’incidente sofferto due mesi
prima.
Io,
invece, cerco di non pensare e di tenere un ritmo costante. Affacciati sulla
barca che mi assiste, senza mai perdermi di vista nemmeno un minuto, si
alternano Cristina, Paolo e Giusy che, con precisione cronometrica, prende i
tempi e conta le bracciate.
Ad un
certo momento, pare che un barcone di turisti abbia deciso di farci ballare
passando a un centinaio di metri da noi. Magari, sentito il dispaccio della
guardia costiera, vogliono vedere chi sono i due folgorati che sbracciano nel
bel mezzo al mare. Armando impreca, Enrico nuota e io non vedo e non sento
nulla. Controllo solo la barca a mio fianco e scruto i volti di chi sta a bordo
(che a loro volta mi scrutano attenti) cercando di capire come sto andando.
Pare che il mio ritmo sia costante, Giusy conferma, anche quando il mare
comincia a salire e la stanchezza inizia a farsi sentire: ritmo costante. Poi
però comincio a perdere lucidità e sbando un po’ a destra e un po’ a sinistra e
poi di nuovo a destra, a bordo si accorgono che qualcosa non va e Cristina,
ancora una volta, prende la decisione giusta: entra in acqua e nuota al mio
fianco per farmi ritrovare direzione e ritmo. Nuoterà per circa due ore,
durante le quali ritrovo il mio ritmo.
A ore 6 e
18 minuti dalla partenza mancano solo tre miglia e il tempo fa prevedere per
Enrico un 8.40 finale, ma tocca affrontare una forte corrente prima laterale,
poi una (micidiale) frontale. E il tempo si allunga inesorabile.
Riepilogando,
Capo Milazzo ormai è vicino, è lì a circa tre miglia. Ma da lì è partita anche
la forte corrente in direzione ostinata e contraria.
Un finale
da non augurarsi. La scogliera bianca è lì, la vedi, ma per arrivarci bisogna
puntare verso il mare aperto per non essere cacciati lontano.
Enrico persevera, si riallunga, un po’ brontola
("ma xio canon, dove xe che se riva?"), un po’ sorride ("always looking on the bright side
of life") e controlla a mo' di caimano il tracciato ("Natale,
Natale no sta sbagliar").
Io, fedele all'insegnamento di
Muhammad Alí ("start counting when it starts hurting, because they’re
the only ones that count”), inizio a contare. Conto uno-due-tre-quattro. E ricomincio. E visto che ci
sono conto pure i numeri del Predator 1-6-7-8.
Enrico
(alias la Leggenda) arriva! Le nove ore sono passate da poco, per la precisione
9h 06min 36sec. Le onde lo spingono forte verso lo scoglio, ma è finita. Si
taglia leggermente un dito nel toccare la Sicilia e tenta finanche di alzarsi
in piedi prestando ascolto alle richieste che dallo Shark, davanti ad un
attonito Armando formula Angelina. Peccato, non ce la fa perché, in caso
contrario, avremmo assistito al “Miracolo
di Capo Milazzo”. Mannaggia c’è mancato poco! Dobbiamo dunque accontentarci
di Enrico nella posizione “sugnu mottu!”.
Forza!
Nuota! E io nuoto. Finalmente vedo il fondale, dopo un po' tocco gli scogli. Ma
non riesco ad alzarmi, né ad alzare le braccia. “Alza le braccia" gridano dal Predator. Ci provo ma finisco
sott'acqua. “Alza le braccia, alza le
braccia!”. "Nun ce a fa".
"Alza le braccia!".
Finalmente mi sollevo in piedi e alzo le braccia. Entrambe, per non sbagliare,
e Giusy ferma il cronometro a 9h 26min 11sec.
Numeri
finali: 12.3 miglia (circa 23 km) di mare spettacolare ed oltre 27000 bracciate
per Enrico e circa 30.000 per me.
Epilogo:
Arrivati in porto, con la testa che gira e l’anima ancora nel mare, scambiati
abbracci e vigorose strette di mano con amici, sindaco e assessori, scattate le
foto d’obbligo, il Wild Bunch (Faranda - Merluzzi - Giacomin
& Peron) è pronto a finire in gloria con un brindisi. Brindisi che
raggiunge l’apice quando Cristina Faranda (alias Mai Doma) spara lì un “fermi tutti pago io!”. Risate omeriche e
frasi in idioma straniero quasi barbare e incomprensibili per l'orecchio siculo
("ah no xio canòn! cossa vuto pagare!") chiudono la partita:
Cristina getta la spugna. La traversata Vulcano - Milazzo é conclusa. Non resta
che tornare a casa.
** Questa cronachetta è apparsa per la prima volta sul sito Baia di Grotta (che si ringrazia) che pubblica tutte le traversate dello Stretto di Messine e delle Eolie e si può trovare al seguente link: http://www.baiadigrotta.it/albo_t.html
* Alcuni articoli posssono leggersi ai seguenti link