Sognate di solcare i 7 mari (a nuoto)?
Ambite di traversare la Manica a nuotando? Ve la sentite di affrontare il North
Channel e lo stretto di Catalina, con un paio di squali al seguito, cosi che ne
avrete di storie da raccontare ai vostri nipoti? Volete nuotare attorno a
Manhattan passando sotto il ponte di Brooklyn a dorso? Insomma volete diventare
dei maratoneti del mare per le lunghe distanze e siete in cerca di consigli?
Bene c’è un montòn di gente disposta a
spiegarvi, raccontarvi, allenarvi e a chiedervi soldi.
Se, invece, avete qualche minuto da
perdere per leggere dieci, anzi no facciamo cinque, suggerimenti un po’ jazz e
un po’ punk (che per quelli seri son capaci tutti) allora siete nel blog
giusto.
1 - Trovatevi un bravo coach.
Sì ma … quando un coach è un bravo coach?
È bravo il coach che ha imparato a
conoscerti: conosce le tue forze e le tue debolezze e, come un pianista sulla
tastiera, te le suona su entrambe: to-swim-or-not-to-swim, swim-hard-or-go-home, swim-swim-e-ancora-swim.
È bravo il coach che sa quando devi smettere
e quando devi continuare e sa quanto ancora puoi spingere e fin dove puoi
sperare di arrivare…verso l’infinito e oltre (of course).
È bravo il coach che durante le gare
in piscina, alle quali ti ha iscritto obtorto collo, sa quando gridare tutti
gli “op, op, op” al momento giusto.
È bravo il coach che ti chiede: come
stai? … e se gli rispondi col piagnisteo ti manda direttamente a caghér (ma
senza che te la prendi, perché il bravo coach ti conosce e sa come farlo).
È bravo il coach che ha fiducia in te
anche quando tu non ne hai e, men che meno, ne hanno gli altri, che osservano
con sufficienza i mille e mille difetti del tuo stile libero …ehm un po’ troppo
libero a onor di vero.
È bravo il coach al quale proponi di
allenarti per qualsiasi traversata matta che ti passa per la testa e ti
risponde serafico: - “va bene ne parleremo” - e poi riprende a farsi gli
affaracci suoi perché ne ha già abbastanza di atleti da allenare e non ne vuole
di svitati nella squadra a scassargli i cabasisi.
È bravo il coach che ti pensa e, quindi,
ti invia un allenamento personalizzato proprio quando tu stavi pensando di bigiare
e darti alla pazza gioia e poi ti aspetta a bordo vasca e chiede con aria luciferina:
- com’è andata?
È bravo il coach al quale bastano due parolette, due, per rimetterti a
posto e farti tornare la voglia di nuotare.
2 - Macinate chilometri!
Sì ma quanti?
Certamente tanti.
2 bis - Macinate chilometri!
Sì ma quanti?
Quanti vi fanno star bene! Quanti non vi
massacrano le spalle o la cervicale…quanti vi fanno sentire felici e confidenti
in voi stessi.
Allenatevi e allenatevi, nuotate e nuotate, fate quello che potete con la geometria variabile degli equilibri di lavoro, famiglia, soldi, tempo libero e…allenamenti. E se capita che arriva San Fermo … pazienza farete la settimana successiva o quella successiva ancora. E poi improvvisate come nel jazz, ascoltatevi e aggiustate gli obbiettivi, fate test e chiedetevi: com’è andata? … come mi sento?
2 ter - Macinate chilometri!
Si ma dove?
Dove potete! Non avete il mare a
disposizione? Andate in piscina! Non avete la piscina da 50mt? Andate in quella
da 25! La piscina è chiusa? …Chiedete al coach, che ha sempre la soluzione
giusta.
E, poi, andate al mare, andate al lago,
mandate tutti a ramengo e tornate in piscina e ricominciate daccapo!
E, ancora, prendete un treno, prendete un
aereo, prendete entrambi e partite… andate a cercare acque novelle...che male
che vi vada avrete visto qualcosa di nuovo: un nuovo tramonto, una nuova alba,
un mare più salato o uno più gelido, uno più blu o uno più torbido e avrete
incontrato persone più disparate con le quali scambiare chiacchiere,
informazioni, suggerimenti, integratori. Perché alla fine è cosa cognìta che è
nei luoghi di cui ignoravi persino l’esistenza che finisci per essere più
felice[1].
Sì, ma con chi?
Con chi è più bravo di voi!
Con chi, mentre credete di stargli in
scia, vi ha sta già toccando i piedi irritato perché gli state rallentando il ritmo voi e la vostra mania di nuotare a stile libero…eehm …troppo liberamente
interpretato.
Con chi vi lascia indietro con un paio
di colpi di gambe che paiono lenti e pigri e invece sono micidiali.
Nuotate con chi vi scalcia in faccia
come un mulo se gli toccate i piedi così imparate la lezione: è sempre meglio nuotare
soli.
Nuotate con chi è inarrivabile e vince sempre e dappertutto, senza mai scoraggiarvi perché alla fine è pie’ veloce Achille che non riesce a raggiungere la tartaruga e non viceversa e questo lo sapevano anche i presocratici per i quali non a caso l’acqua è un’archè, ossia il principio di tutte le cose.
💧💧💧
3 - E il freddo?
Be-Bop-A-Lula ...let's rock again
Be-bop, twing, ôn frecc de biss, quando volete saltellare sotto la doccia gelata.
E poi del cool jazz doppio ghiaccio on
the rock, per quando vi sarete acclimatati e nuotare 35km sotto 16 gradi vi
parrà di arrostire all’inferno.
Un po’ di free jazz per quando vorrete fare monatine con gli amici.
Dell’immancabile soul jazz per quando il freddo vi avrà scorticato anche l’anima e del punk jazz per quando sarete al di là del bene e del male e non vorrete più tornare indietro.
3 bis – E il freddo?
Provate! Provate chist’-e-chillo: provate con la muta, provate senza muta, provate la smanicata e provate col costumino, provate con una cuffia e provate con due cuffie, provate i tappi per le orecchie e provate a cospargervi come mummie con mix improbabili di lanolina e vaselina e arnica e poi meglio ancora provate senza nulla che poi a togliere tutta quella roba vi serve un giorno di ferie.
💧💧💧
4 - Pazienza
Pazienza quando gli allenamenti sembrano
non finire mai. Pazienza quando la vostra tecnica è penosa e dovete ripetere e
ripetere e ancora ripetere, lo stesso esercizio. Pazienza quando invece di
migliorare peggiorate.
Pazienza quando non state nei tempi
delle ripetute. Pazienza quando i vostri compagni di squadra stanno facendo la
doccia, ma a voi mancano ancora un paio di esercizi da finire e avete pure i crampi.
Pazienza quando invece di respirare
bevete ettolitri di acqua salata.
Pazienza quando le meduse vi si
strusciano addosso manco fossero il vostro gatto di casa.
Pazienza quando la corrente vi spinge
indietro o di lato e comunque sempre dove vuole lei o quando non vi fa avanzare
di una bracciata.
Pazienza quando dovete aspettare il momento buono per traversare e il momento buono non arriva e rischiate il ritorno a tornare a casa con le pive nel sacco senza averci neppure provato…però poi il miracolo accade e sei in acqua e allora si è tutto vero e ci stai provando.
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5 - Futtitinni!
Futtitinni e non pensare agli altri.
Sono più bravi? Più forti? Più veloci? …so’ pure più ganzi perché tu sei chiatto-e-niro
e anche se vieni r’o sud, campi (malamente) a Milano dove nun ce sta o’ mare?
E futtitinni lo stesso!
Il mare è agitato, più dei tuoi pensieri, e ti strapazza quà e là e ti
sospinge contro plotoni di pelagiche. Tu che fai? Futtitinni e pensa a
divertirti: è la tua festa. It’s your party!
Quando nuoti è sempre la tua festa anche se non sembra proprio visto l’accumulo di sofferenze che stai patendo e tutte le vagonate di soldi che ci hai speso.
La Dea bendata sembra essersi distratta? Vi ha dimenticati e ha baciato qualcun altro? ..e futtininni lo stesso perché è sempre e ancora la tua festa.
It’s your party! Eh Oh! Let’s swim! Eh
oh!
💧💧💧
[1] Cees Nooteboom, Cerchi infiniti,
Iperbora, 2017.