15.12.2018
12° meeting Snef di Sondrio – circuito SuperMaster:
cronachetta (quasi vera)
Per le
gare master di Sondrio (12° meeting Snef – circuito SuperMaster) tutta la
squadra del Gonzaga Sport Club è stata convocata.
Non sono
ammesse né assenze, né defezioni. Parola d’ordine del coach: prima vincere. Poi
festeggiare. Con pizzoccheri.
Partenza
ore 6.30 del mattino dalla piscina del Gonzaga. Il Mata, gestendo la chat di pazzi su WhatsApp
con una pazienza certosina, è riuscito a organizzare un pullman che
fa tanto gita scolastica.
Fatto
l’appello, contati i nuotatori (assonnati e mugugnanti) si può partire.
Le
prime gare della mattina sono i 400 stile libero. Quindi tocca subito a me. Che
però vorrei essere altrove.
Di
malavoglia ciabatto fino a bordo vasca dal coach, che è già pronto con
cronometri, carta e penna per segnare tutti i passaggi, di tutte le singole
gare, di tutta la squadra e chiedo:
- Coach
quanto devo fare di riscaldamento?
- Tu
nuota finché non ti tirano fuori, poi vai diretta a fare la gara.
La
vasca è piena all'inverosimile: c’è chi si tuffa, chi prova le virate, chi fa
degli sprint, chi spintona, chi tallona il malcapitato che gli sta davanti. In tre
parole: una - terrificante - tonnara.
Inorridisco
e torno da coach: - Coach, ehm, ho un problemino non mi ricordo più come si
galleggia, ho come l’impressione di andare a fondo…
Coach, guardandomi
stralunato, - Galleggi come sempre vai…
Non mi
muovo cincischio: - Coach, ehm, ho un problemino, non mi ricordo come mi devo
tuffare, sicuro che mi squalificano per falsa partenza.
Silenzio.
- Coach
com’è che devo fare la virata?
- Vaiiii.
- Ok vado.
Op, op,
op.
Sento
il coach gridare, intanto io vado a fondo per davvero, sbaglio la virata bevo,
annaspo, cerco l’aria, in qualche modo arrivo alla fine è penso: mai più! Tutto
questo è troppo per me.
Il
coach invece sembra contento.
Op, op,
op.
- Coach
come sono andata?
- Bene,
brava, ora vai nell'altra vasca e, in attesa di fare i 100 sl, continua a
nuotare.
Op, op,
op riprende a incitare mentre, i compagni di squadra si susseguono
ininterrottamente nelle gare: 200 misti, 200 rana, 50 dorso, 50 rana, 50
delfino, 50 stile libero.
In
attesa della seconda gara, considerata la densità dei nuotatori presenti in
vasca, opto per un diversivo: leggo.
Leggo
Kafka. Dopo Kafka sulla spiaggia ...Kafka a bordo vasca.
Gente
che va e viene, passa un tizio dà un’occhiata al libro, mi stringe la mano:
- Complimenti!
Kafka a bordo vasca! Ci vuole coraggio.
Nel
mentre...op, op, op continua imperterrito il coach mentre cronometra, segna
tempi, calcola punti, controlla, ascolta, incoraggia, motiva, rimbrotta. E non
gli sfugge niente e nessuno.
È di
nuovo il mio turno: 100 stile libero.
- Coach
per quel problemino di galleggiamento di cui ti accennavo...
Op, op,
op, non si volta neppure, scuote la testa e segna i tempi.
Vado
via mesta.
Pronti,
partenza via: ri-sbaglio la virata, ri-bevo, ri-ciabatto fino al coach.
- Coach
come sono andata?
Op, op
op, cronometra, controlla,
- Bene,
brava...vai nell'altra vasca a defatigare per qualche chilometrino.
- Ancora?!?
Op, op,
op è l’ora delle staffette 50x4 miste.
Il
coach ha messo in campo ben nove staffette: 6 maschili e 3 femminili.
Le
staffette femminili del Gonzaga fendono l’acqua come una cavalcata delle
Valchirie.
Fortunatamente
sono stata scartata a tutte le staffette e posso riprendere la lettura di Kafka
a bordo vasca. Ripassa il tizio di prima che, entusiasta, controlla a che
pagina sono arrivata.
Op, op,
op, le medaglie fioccano e persino io scippo un oro e un legno (rispettivamente
nei 400sl e nei 100sl di categoria …ehm, meglio sottacere quale categoria e con
quali tempi).
Alla
fine, i giudici di gara tirano le somme dei punti totalizzati da ciascuna
squadra e the winner is ….
Op, op,
op.
Il
coach alza la coppa, la squadra esulta, si è fatta sera, fuori c’è il pullman
che ci attende. Mi metto in coda per salire e intanto appassionatamente litigo
al telefono con la prole.
Metto
giù e chiama il coach: - Dove sei, Sabri?
Troppi
op, op, penso: - Coach, come dove sono? Sto salendo sul pullman.
- Brava,
il nostro però è già partito.
Azz…
sono sul pullman della squadra avversaria.
Batto
la ritirata, cercando di non darlo troppo a vedere, mi intercetta solo il tizio
di Kafka che mi saluta e mi fa l’occhiolino.
Nel
frattempo, il pullman del Gonzaga ha fatto dietro front ed è venuto a
recuperarmi.
Op, op,
op è ora di brindare: mettiamo già la coppa e alziamo i (lieti) calici.