Fuori Linea #15 - Rose
È arrivata
stremata alla controra quando il caldo non dà tregua e ogni cosa sembra
liquefarsi per tornare a fluire nel tempo di questa Sicilia eterna.
L’ha
svegliato l’uggiolare continuo di Ammuri. Ha subito cercato la lettera nella
tasca dei pantaloni. Non c’era. Eppure le aveva scritto: Ti aspetto, torna.
Non era più tornata dallo scorso inverno (o forse era quello prima o l’altro ancora, chissà, il tempo si dilatava e contraeva). Era arrivata inaspettata e insperata. L’aveva abbracciata per dirle : - Sei qui basta sciarriare. Pace.
Sciarriavano
sempre. Ma l’ultima volta erano rimasti in silenzio per tre giorni eterni, il
camino acceso, lei che vorace leggeva uno dopo l’altro i libri della sua biblioteca.
Quasi volesse finirli tutti prima di ripartire. Quasi sapesse che non sarebbe
più tornata. Quando non leggeva usciva con Ammuri. Firriava pedi pedi per la
campagna, smaniava per il mare che s’intravedeva in lontananza. Ammuri,
silenzioso era sempre al suo fianco, mentre lui a casa aspettava, con quel gelo
nelle ossa e quella tosse che non dava tregua e la sigaretta e un’altra
sigaretta.
È un cirneco
dell’Etna. L’hanno abbandonata. È gravida. Chissà com’è arrivata a questa casa
solitaria sotto il Monte Eurako.
È deciso la terrà, se è arrivata sin qui una ragione ci sarà. Ammuri l’ha già lasciata mangiare e bere dalle sue ciotole.
La chiamerò
Rose, pensò.
Fruga nelle tasche,
cerca ancora la lettera. Sospira. Deve aver sognato. Tutto intorno è silenzio.
E sogno.
Era arrivato
con la sua decapottabile, la sigaretta accesa, il sorriso sornione:
- Nica
acchiana, - aveva detto, - ti porto a conoscere Rose.
Voleva
tirargli due schiaffi e invece salì senza fare sciarriate.
Disse solo: -
Così tanto ci hai messo?
- Il vento
non porta più le mie lettere, - rispose lui laconico.
Si svegliò
smarrita. Era pieno giorno e la città già firriava e faticava. Lo cercò per tre
giorni, infine le dissero: non respirava più, hanno dovuto intubarlo, poi
l’hanno sedato. Poi più nulla.
Ti aspetto Nica, torna. Torna prima che
faccia scuro, pensò e si accese un’altra sigaretta.
Rose in un angolo allattava i cuccioli.
- Possiamo
restare insieme tranquilli, e fingere - dato che è solo l'inizio - di avere tutto il tempo del mondo.
- E ne avremo
meno ogni giorno.
E poi più nulla.
Possessione - A. S. Byatt, 1936-2023