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domenica 11 settembre 2022

E in un mare (del Nord) a lieto fine tu non credere mai

 

 





La decima ora è andata lasciando una scia di sangue nel mare, ma ancora non lo sappiamo. 

Sono da poco passate le 23:07 del 6 settembre 2022. Le luci della costa irlandese sono oramai vicine e si vedono bene. David ha appena iniziato il suo terzo turno della staffetta che, partendo dalla Scozia dovrebbe approdare in Irlanda. Controllo la risalita di Gemma sull’Anantya pronta a passarle il DryRobe. Barry, il nostro Observer, e Francis, il nostro compagno di staffetta, la stanno aiutando, ma lei si ferma a cavalcioni sullo zodiac e ci mostra la gamba: ha un taglio lungo e profondo fino all’osso e il sangue zampilla ovunque.

La traversata è iniziata alle 13:07 dalla spiaggia di Salt Pans Bay (Scozia). Le condizioni del mare sono dure e difficili, ma non impossibili. La temperatura dell’acqua, appena sotto i 16 gradi, è accettabile.

Abbiamo lasciato Bangor Marine (North Ireland) alle 11:30, dopo quattro giorni d'attesa del momento propizio, contro condizioni meteo in continuo deterioramento. 

L’idea di nuotare in staffetta il North Channel, venne a David. Me ne parlò una sera di fine estate 2020 a Barcellona tra una chiacchiera e l’altra.

Senza alcun indugio ci salto dentro a piè pari e nel giro di un paio di settimane abbiamo la data: 3-8 settembre 2022, con Infinity Channel. Due anni di tempo per allenarci, prepararci e organizzarci.

Ed eccoci finalmente, dopo aver superato ogni sorta di ostacoli ed imprevisti: malattie, problemi di lavoro, defezioni, ricambi dei componenti del team, e finanche un’operazione d’urgenza di asportazione tumore, appena quattro settimane prima.

Ma siamo qui. Ogni giorno nuotiamo: doppio e anche triplo allenamento. Stringiamo amicizie con gruppi di nuotatori locali: le Menopausal Mermaids, i Chunky Dunkers, le Beau et le Bestie. Ognuno ci supporta, ci dà consigli, ci dona cuffie per nuotare e caldi berretti di lana per affrontare il freddo.

E noi siamo pronti. Una staffetta da quattro, formata da tre nuotatori di Barcellona (Francisco Santisteve, Gemma Romero Aznar, Josè David Garcia) ed una nuotatrice meneghina, io. Con Gemma che, last minute, ha sostituito Carles e si è fatta 3 ore di qualify swim a 15.5 gradi giusto 48 ore prima che si aprisse la nostra finestra temporale del 3-8 settembre.

Ma dal 2 settembre si è alzato un vento ostile e restiamo in attesa, compulsando il meteo, allenandoci, e cucinando pasta: alla carbonara, all’arrabbiata all’amatriciana e poi ancora alla carbonara.

Il primo evento inaspettato arriva la sera del 5 settembre. Ci chiamano dall'Infinity Channel: domattina alle 11:30 trovatevi a Bangor Marine, si tenterà la traversata partendo dalla Scozia alle ore 14.

Chiediamo di fare almeno un briefing prima di partire e così alle 8:30 del 6 settembre ci troviamo con i membri di Infinity Channel ed esprimiamo i nostri dubbi: il meteo prevede un mare molto difficile, ci aspettiamo circa 13/14 ore di traversata e con la partenza alle 14:00 significa nuotare di notte a lungo. Concordiamo così di anticipare cosi la partenza alle 13:00 per sfruttare la luce del giorno più a lungo possibile.

Ultime raccomandazioni: per farcela con queste condizioni ognuno dovrà sempre dare il 100% ad ogni turno. Inoltre, in caso di incontri ravvicinati con qualche poco raccomandabile Cyanea capillata[1] e Chrysaora hysoscella[2] (specie di meduse tipiche del North Channel) continuate a nuotare, anzi – se potete - aumentate il ritmo, se vi fermate vi si avviluppano in un abbraccio – come dire – poco appropriato.

Stabiliamo un linguaggio dei segni per comunicare a chi è di turno in staffetta quando è passata la mezzora, quando mancano 5 minuti e quando ne mancano due alla fine del suo turno.

Alle 13:00 Francis si tuffa dall’Anantya e nuota verso la spiaggia di Salt Pans Bay, alle 13:07 l’Observer fischia il via e Francis da così inizio alla traversata del North Channel della Brigada Salata, il nome che abbiamo scelto per il nostro team.

L’ordine della staffetta stabilito è: Francis, Gemma, David e io.

Le regole dell’ILDSA sono le solite: si nuota un’ora a testa a rotazione fissa con cuffia, costume e occhialini. Ci si può spalmare di lanolina/vaselina. Non si possono avere contatti con gli altri nuotatori e, last but not least, se uno fallisce, falliscono tutti.

Alle 13:50 Gemma inizia a prepararsi alle 14:07 è in acqua, Francis ha finito bene il suo turno nuotando sorridente per circa 3.5km, schivando meduse e caracollando tra le onde.  

Alle 14:50 è il turno di David a prepararsi e alle 15:07 anche lui entra in acqua. Il cambio della staffetta procede bene, il ritmo è costante, il morale è alto, come il mare che scintilla di un azzurro opalescente, tendente al grigio. Il vento alza onde laterali ma che spingono verso l’Irlanda.

 Il mio primo turno inizia alle 16:07: la prima mezzora vola, non sento freddo e nuotare tra le onde mi rende felice. Memore delle raccomandazioni del briefing, do il 100% di quello che può riuscire a dare a nuoto un ronzinaccio come me.

Poi iniziano ad apparire.

Prima una, lontana in profondità. Poi altre. Indecifrabili, misteriose, con lunghi tentacoli fluttuanti, alcune in profondità altre a pelo d’acqua, vicine. Pericolosamente vicine.

Mi faccio attenta, muovo la testa a periscopio per intercettare dove sono. Enigmatiche, sembrano danzare leggere tra le onde. Ci nuoto in mezzo. Sono così tante che l’acqua, a tratti, brucia la pelle.

Una arriva veloce alla mia destra, faccio appena in tempo a vederla che si è già amorevolmente strusciata su tutto l’avanbraccio, tengo sollevato il braccio sinistro, mi inarco come un gatto giusto il tempo di vederla passare tra il collo e il petto e poi scomparire, senza altri strusciamenti.

 

Alle 17:07 il mio turno è finito, Francis è di nuovo in acqua io risalgo: sto bene, non ho freddo, il braccio brucia ma nulla di grave.

C’è un cambio di marea, questo complica il mare ancora di più e rallentiamo leggermente ma continuiamo ad avanzare bene. 

Quando è il secondo turno di David (19:07) avanzano anche grosse nuvolaglie scure che portano pioggia, ma scorrono via veloci, come il tempo, ecco tocca di nuovo a me.

Sono le 20:07 c’è ancora un po’ di luce, ma per sicurezza entro in acqua con una lucina sulla testa e una glow-stick sulla schiena. L’acqua è leggermente più fredda ma sto bene. Rapidamente diventa buio. Dell’Anantya vedo solo le glow-stick che hanno attaccato al bordo, sotto di me intravedo il fluttuare luminescente di qualche medusa. Ho sistemato male gli occhialini e l’occhio sinistro sta nuotando pure lui. Mi fermo svuoto l’occhialino ma si riempie subito. Rinuncio. Nuoterò cosi, l’importante è non perdere di vista la barca e sperare che andando alla cieca nel mare che assomiglia ad un campo minato di meduse la Dea bendata mi assista. E infatti mi assiste, fischiano la fine della mia ora senza neanche uno abbraccio meduseo.

Il terzo turno di Francis è iniziato male: l’hanno perso subito, tra le onde e il buio della notte. Per qualche minuto non sappiamo dove sia. Poi riappare. Tiriamo tutti un sospiro di sollievo.

Sulla barca questa volta ci impiego un po’ di più a recuperare, ma sto bene e ho l’impressione di aver nuotato bene e azzardo anche a pensare ad un finale ottimistico della nostra traversata.

Ma non sarà così, sta per accadere il secondo evento inaspettato, quello che segnerà il fallimento della Brigada Salata. E’ difatti iniziata la decima ora, con il turno di Gemma. Non lo sappiamo ancora ma sarà l’ultima.

Sento David gridare indicazioni a Gemma: izquierda, derecha, izquierda!!! Gemma appare disorientata, non riesce a vedere la barca, il mare è sempre più scuro ed agitato.

Alle 22:50 David inizia a prepararsi al suo terzo turno, io gli do il cambio fuori a gridare nella notte indicazioni: izquierda Gemma … derecha …. Gemma izquierda!!!

Alle 23:07 David è entrato in acqua, alle 23:10 l’Observer da l’ordine di interrompere la traversata: Gemma va portata in ospedale d’urgenza.

Grido: stop David stop, Gemma està herida.

L’interno dell’Anantya è pieno di sangue, stanno disinfettando e fasciando la gamba di Gemma. Cerchiamo di capire cos’è successo: salté en agua, una ola me empujó contra el barco, me sentí mal, pero pensé en un golpe, no un corte así que seguí nadando.

Un taglio contro l’elica dell’Anantya, un’ora a nuotare e a dissanguarsi.

Epilogo: rientrati d’urgenza a Bangor (North Ireland), Gemma viene portata in ospedale, fortunatamente non sono stati compromessi né tendini né muscoli e se la “cava” con una trentina di punti e un paio di mesi di sospensione di ogni pratica sportiva.

Infinity Channel ci offre un’altra finestra per il 2023…chissà…