29 agosto 2020: contro ogni previsione siamo sul volo con destino Londra. Dopo mesi di sì e di no e ancora no e poi forse sì, e poi chissà, increduli Thomas e io, avevamo superato tutti gli ostacoli. E non erano pochi: il lungo lock-down imposto dall’infuriare della pandemia; lo sconcerto, lo sgomento e l’incertezza derivati da una situazione che aveva dell’incredibile, ma che andava assumendo contorni sempre più cupi; l’adattarsi della vita quotidiana alle paure, alle restrizioni, alle nuove modalità di lavoro.
Poi il sospiro di sollievo per la fine della quarantena, i tentativi di ritorno e riadattamento a una vita quotidiana all’insegna di una nuova normalità. E, last but not least, la convulsa ricerca - in corso contro il tempo - di acque abbastanza fredde (-16 gradi) dove fare la “6 hours swim qualification” per la traversata della Manica; la faticosa ripresa degli allenamenti, e il loro nuovo stop, questa volta dovuto ad un’otite che mi scartavetrava l’orecchio fino a farmi perdere l’equilibrio. E poi ancora le mille piccole cose da organizzare: dal B&B da prenotare; al feeding plan da preparare, tra mille dubbi; la lista delle cose da portare (controllata, aggiornata, ricontrollata decine di volte) e in mezzo a tutto questo il lavoro da portare avanti (scadenze, urgenze, emergenze) e la famiglia da sostenere. E ancora le confabulazioni con Thomas ma con che mezzo partiamo? Auto? Volo? Scegliamo l’auto. Ma … coup de théâtre: durante il mese di agosto i contagi hanno ripreso a salire, soprattutto la Francia registra un’impennata di casi. La Gran Bretagna man mano chiude le frontiere, con Francia e Belgio e Olanda. Nuova incertezza: le autorità inglesi autorizzeranno la traversata verso la Francia? Scambio di e-mail con il pilota e con la CS&PF. Attesa. Poi l’ok: sì è autorizzata a condizione di toccare il suolo francese e ripartire immediatamente senza aver avuto contatti con nessuno. Nuove verifiche delle procedure di ingresso COVID: al momento l’Italia non è nella black list dei paesi che subiscono restrizioni dalla Gran Bretagna.
Sospiro di sollievo. Si può viaggiare e allora via, via subito. Vista la volatilità degli eventi, anticipiamo la partenza prima che capitino altri imprevisti. Ecco siamo in volo. La parte finale della grande avventura, dopo due anni di preparazione, ha inizio. A Dover, solo pochissimi nuotatori sono riusciti ad arrivare, i più hanno desistito o non ce l’hanno fatta. Dei quattro slot assegnati nella mia finestra temporale (2 -7 settembre), mi presento solo io. E sarà la mia fortuna: uno solo sarà il giorno buono per traversare. Il 6 settembre. Dopo mesi febbrili, mi è scesa una calma nell’animo. Una calma di quelle in cui senti che ogni cosa diventa tua, e non c’è spazio per la paura. Sono padrona del destino, sono al di là del recinto, innanzi a me si spalanca distesa del possibile. Eccomi sono pronta.