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mercoledì 12 agosto 2020

Da Porto (Ercole) a Porto (Santo Stefano): cronachetta di una nuotata.

Da Porto (Ercole) a Porto (Santo Stefano): cronachetta di una nuotata.



Premessa ai fatti

Da Porto a Porto è una nuotata benefica di 22km attorno all’Argentario ideata e organizzata da Lorenzo Massai per raccogliere fondi da devolvere all’Associazione Tumori Toscana, che da più di 20 anni cura gratis e a domicilio i pazienti oncologici.

Per maggiori informazioni si veda il sito:  http://www.daportoaporto.it

Il 10 agosto 2020 alle ore 5 a.m., per la terza edizione di “Da Porto a Porto”,  (organizzata nonostante le molteplici difficoltà, quest’anno particolarmente complicate causa Covid, che hanno messo a dura prova le capacità e la tenacia degli organizzatori), alla partenza a Porto Ercole si sono presentati circa una  settantina di nuotatori: alcuni per nuotarla in solitaria, altri in staffetta. 
Tra le staffette spicca - per audacia visionaria - la staffetta paralimpica capitanata dalla vulcanica Cristina De Tullio, che annovera tra gli staffettisti: Sara Menardo, Isabel Logioia, Cristina De Tullio (alias mon Général), Adalberto Cibiori (alias zio Ada), Marco Formenti (alias il signor Gatto) e Stefano Salvatori.

I fatti (quasi veri)

Partenza, insieme al gruppo degli staffettisti del mon Général (alias Cristina De Tullio) e a Monica Cordano (iscritta come me per la solitaria) il 9 agosto alle ore 6 a.m. da Milano (più o meno).  Partenza prontamente frenata dalla lunga colonna di auto che si snoda innanzi a noi. Appena riusciamo a liberarci dal traffico tentacolare, sbagliamo a prendere l’autostrada perché con Monica siamo troppo, troppo impegnate a chiacchierare. Seguirá messaggio incredulo del Général: “Macomediamineavetefattoanonvederel’uscita?” (severo ma giusto il Général).

Arrivati a Porto Santo Stefano boccheggianti come pesci fuori dall’acqua per il gran caldo, trascorriamo la notte  in bianco perché la nostra camera affaccia direttamente sulla statale e piú che contare le pecore, per addormentarci, contiamo le auto che sfrecciano (vroOOOmM). Fortunatamente sono mezza sorda causa otite persistente e, quindi, i rumori giungono attutiti.

Il mon Général ordina di puntare la sveglia alle 4 (del mattino) per essere tutti pronti a partire per Porto Ercole alle 4.30. 
Con un gesto di temeraria insubordinazione punto la mia sveglia alle ore 4.01.
 Ma il Général soffoca prontamente la ribellione puntando la sua alle ore 3.59.
Alle ore 4.15 son tutti pronti e allineati agli ordini del Général. Tutti, fuorché io che non trovo  il costume. Panico. 
Alle ore 4.25 ritrovo il costume e alle 4.30 spaccate trafelata e affardellata di zaino, zainetto e bottiglie d’acqua, mi infilo in auto sotto lo sguardo carico di riprovazione del Generale (severo ma giusto). 


Alle 5 siamo tutti a Porto Ercole in fila per la punzonatura: vengo marchiata col numero 271 e mi viene assegnata la barca n. 27 pilotata da Mario. Il mio compagno di traversata, Stefano, ha il numero 272 e a farci assistenza sulla barca c’è Nicoletta.


Alle 6.45 suonano le trombe, non dell’apocalisse ma della partenza. 
Al solito mi sono distratta. Son tutti lanciati e io arranco dietro. Raggiungo Stefano e troviamo il nostro ritmo. 

Il mare ha un colore argentoblu ed è piatto, che più piatto non si può. Mi esalto, mi distraggo e seguo la barca sbagliata. Dopo un po’ mi richiamano e mi riportano all’ordine. Mario il Pilota scuote la testa perplesso. 

Il mar Tirreno intanto dà il meglio di sé: incastona chiaroscuri di argentoblu; si incaparbia con correnti contrarie; si incapriccia alzando le onde (aiutato in questo da imbarcazioni che sfrecciamo più delle auto in notturna sulla statale); di tanto in tanto, ci tempra con un saliscendi della temperatura dell’acqua. Ma, soprattutto, il mare ci fa un gran regalo: 0,00 meduse (probabilmente in ottemperanza a norme marine di distanziamento sociale).

Io nuoto tranquilla (anche troppo), sperando che l’otite non mi scartavetri troppo l’orecchio.
All’arrivo - mio more solito - sbaglio l’imboccatura delle boe (che sono enormi ma non le vedo lo stesso), faccio un mezzo giro di allungo, ma alla fine recupero e - alle 14,00 in punto - dopo 22km (circa) di scialo e felicità anch’io taglio il traguardo. 
Per la troppa felicità mi distraggo ancora, perdo di vista il mon Général e con Monica, su di giri causa dose eccessiva di assunzione di Coca-Cola post nuotata, ripartiamo leste alla volta di Milano, mentre il Général - come un’Erinni - ci insegue con messaggi carichi di riprovazione: "Madovediaminesietefinite?" (sempre severo ma giusto il mon Général).






Post-fatti (questi sì veri)

  • Gli organizzatori hanno raccolto oltre 55.000 euro di fondi (obiettivo raggiunto alla grande!)
  • La prima staffetta arrivata (Elena Tortora, Alessandro Addis, Gabriele Pannozzo, Stefano Tamborrino) ha chiuso in 4 ore e 10 minuti
  • Tra i nuotatori in solitaria il primo posto assoluto è stato tagliato da Gaia Naldini che ha chiuso in 4 ore e 59 minuti. Della serie: Woman Power.