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giovedì 14 agosto 2025

Da Porto a Porto 11 Agosto 2025: Staffetta Altea e le disavventure della 313.



Se la memoria non mi inganna, durante la trasmissione “Pagina 3” di Rai Radio Tre, fu letto un articolo in cui il poeta Edoardo Sanguineti rivelò la sua aspirazione a far parte della famiglia dei Paperini e andarsene con loro a spasso sulla mitica 313.

È universalmente noto che la 313 di Paolino Paperino è una piccola utilitaria dal motore inaffidabile, sulla quale allegramente viaggia, spesso stracarica di bagagli, la squattrinata famiglia dei Paperini.


Un tardo pomeriggio uggioso ero in studio assorta nel dilemma se era preferibile svitarmi gli occhi o dar fuoco alle sudate carte, quando chiama Cristina, alias Mon Général. 

A causa della mente obnubilata intendo solo “Staffetta, Argentario, 11 agosto, ci sei?” e, inopinatamente, rispondo: “sì certo!”.

Tra la comunità dei nuotatori è universalmente noto che intorno al 10 / 11 agosto di ogni anno nell’Argentario, viene organizzata la “Da Porto a Porto”.  Si tratta di una storica gara di nuoto benefica di 22 km (da Porto Ercole a Porto Santo Stefano), organizzata per raccogliere fondi da destinare l'Associazione Tumori Toscana (ATT), che offre assistenza domiciliare gratuita ai malati oncologici.

Nel 2020 vi partecipai in solitaria, come test di preparazione della Manica, mentre Mon Général, vi partecipò con una staffetta paralimpica (ne ho già scritto in questo blog: https://swimlosophy.blogspot.com/2020/08/  ).  Per l’edizione 2025, invece, l’obiettivo è parteciparvi in staffetta per dare visibilità all’associazione siciliana “Altea Salute Donna” che offre visite ed ecografie gratuite, con l’obiettivo di sensibilizzare le donne sull'importanza della prevenzione nella lotta contro il tumore al seno.

Detto, fatto. In meno di 48 ore iscriviamo la “Staffetta Altea”, alla “Da Porto a Porto” e l’organizzazione ci assegna i seguenti numeri di gara: Cristina, 311; Monica C., 312; Sabrina, 313 [¡ehi! come la mitica 313 di Paperino!]; Giulia, 314; Irene, 315 e Monica M., 316.


I dettagli del piano sono tanto semplici quanto audaci: andiamo-nuotiamo-torniamo, senza pernottamento a Santo Stefano. Nel 2020, difatti, l'unico appartamento disponibile, scovato a fatica, malandato e a prezzo salato (più del mare), si affacciava direttamente sulla statale e nessuno aveva chiuso occhio.

Accantonata l’idea di svitarmi gli occhi e abbandonato ogni proposito incendiario, opto per una pausa caffè. Santa caffeina rivivifica la mia vena oratoria e annuncio allo studio la lieta novella della “Staffetta Altea”. Lo studio rilancia con entusiasmo ed offre una sponsorizzazione per il kit della squadra (t-shirt, felpe cappellini e cuffie). Cristina, a sua volta, trova altri due sponsor. La Staffetta Altea, viene così munificamente sponsorizzata da Studio Legale Lexsential, Passaparola e Boneswimmer e conia il motto: “Se lo affrontiamo insieme andrà di male in meglio. Passaparola!”.

Arriva il giorno della partenza: domenica 10 agosto ore 18:00, a Bareggio (MI), la 313 di Mon Général, con a bordo Monica M. e me medesima di pirsona pirsonalmente, viene stivata di vettovaglie sufficienti per attraversare a nuoto tutto l’arcipelago toscano. Alle ore 19:00, la 313 fa tappa a Binasco (PV) per caricare Irene. Alle 19:45, all’Autogrill di Dorno (PV), la 313 carica anche Monica C., con ulteriori vettovaglie, e baldanzosa si mette in moto per Porto Ercole (GR) a circa 400km di distanza. Alle ore 20:05, la 313 segnala problemi al motore e a bordo cala un silenzio denso di interrogativi. Alle 20:10 la 313 perigliosamente riesce ad arrivare all’Autogrill di Castelnuovo Scrivia (AL) esala un ultimo rantolo e si ferma.

Sotto l’implacabile pungolo di nugoli di zanzare, freneticamente viene elaborato un piano alternativo: il duetto delle Moniche, tramite il sottopasso (individuato dopo scrupolosa perlustrazione dell’area), andrà nella corsia opposta e chiederà un passaggio per Dorno così da recuperare la 313 di Monica C., ivi parcheggiata; il resto della squadra cercherà di capire come e quando recuperare la 313 scassata.

Il piano ha successo: l’assistenza conferma che il carro attrezzi arriverà quando saremo di ritorno; il personale della stazione di servizio ci rassicura che preverrà eventuali assalti di truppe vandale e, soprattutto, l’intrepido duetto ha trovato un passaggio ed ha brillantemente recuperato l’altra auto.

Il “Livello di difficoltà 1” della nostra staffetta è stato superato.

Il “Livello di difficoltà 2” prevede di riuscire a stipare la [piccola] 313 di Monica C. ed arrivare a destinazione. Dopo un lungo gioco ad incastro, di persone, cose e zanzare, prendiamo posizione in auto assumendo ciascuna le più svariate posizioni di yoga acrobatico.

- “Monica, quando vuoi chiedi il cambio alla guida”.

- “Sì, certo!” – e vroom ingrana la marcia, accende la radio e sino a destinazione non molla il volante.

Giulia, intanto, beatamente ignara di tutto, ci invia i dettagli delle istruzioni sul parcheggio ricevute durante il briefing che si è appena concluso e ci raccomanda di arrivare puntuali al pontile De Angelis di Porto Ercole per la punzonatura delle ore 5:15.

Alle ore 2:00 dell’11 agosto arriviamo a Santo Stefano e andiamo dritte al cimitero… come da istruzioni ricevute per il parcheggio. Dopo vani tentativi di migliorare le nostre posizioni di acroyoga, Irene ed io adocchiamo una panchina e lì ci sistemiamo. Irene si imbozzola nel sacco a pelo di cui, saggiamente, è dotata. Io che, invece, sono partita alla guascona, recupero un piccolo cuscino di seta previdentemente infilato da Monica C. nel portabagagli e mi preparo a qualche ora di addiaccio, ben lieta che le zanzare siano rimaste a banchettare all’Autogrill di Castelnuovo.

 Mon Général, prima di farsi rapire da Morfeo, abbassa il finestrino:

- “Tieni e difenditi in caso di aggressioni”, mi passa la stampella e istantaneamente chiude gli occhi.

Il duetto delle Moniche già dorme. Anzi Monica C., per non perdere tempo è rimasta al posto di guida con le gambe posizionate sopra al volante […ma come fa?]. Non mi resta che impugnare la stampella, come se fosse la Durlindana di Orlando, pronta a dare piattonate ai malintenzionati ed a difendere il giusto riposo delle mie compagne.


Alle ore 4:50 suona la sveglia, alle ore 5:25 abbiamo già scaricato la 313 di tutte le borse e le vettovaglie, messo il costume, spazzolato con gioia i datteri portati da Giulia e fatta la punzonatura.

La Staffetta Altea è pronta.

La nostra barca è la “San Giorgio” ed ha numero 31, i piloti sono Dario e Danilo: - “Oh, che fate con tutta ‘sta roba?”, ci chiedono impensieriti mentre trasferiamo sulla barca borse, borsoni, borsette, borse frigo, casse d’acqua e, infine, issiamo, con funzione apotropaica, una medusa (di pezza) a sventolare sul mare.

Poi, alle ore 6:30, pronti, partenza, via!

La prima frazione vede in acqua Irene, seguita da Monica C., Cristina, Giulia, Monica M. e Sabrina. Il tutto a rotazione di 20 minuti sino all’arrivo.


- “Oh, belline, non fò per dire, ma … con questi tempi non s’arriva”, chiosa Danilo.

Secondo il regolamento della “Da Porto a Porto”, tutti i nuotatori entro le ore 14:30 devono arrivare a Porto Santo Stefano e, in ogni caso, chi non arriva entro le ore 14:00 a Punta Lividonia, deve essere ripescato.

 - “Ci arriviamo, ci arriviamo”, rispondiamo – spavalde - in coro, ma io principio a corrucciarmi. Divento taciturna, controllo chi sta in mare, osservo le posizioni delle altre barche, guardo la mappa, mi consulto con Monica M. che, cronometro alla mano, mi segnala i tempi. Poi decido e comunico al gruppo:

- “Accorciamo i tempi delle rotazioni. Facciamo 15 minuti a testa, a sparo”.

- “Nuotare a sparo è contrario alla nostra religione”, mi fanno osservare le mie compagne.

Però funziona, miglioriamo i tempi e superiamo altre barche. Il mare è piatto, scivoliamo via leggere e va tutto per la migliore delle nuotate possibili, sino a quando …

- “Oh, belline attenzione, s’è alzato un maestralino …”.

Mannaggia a lui, eccolo! Da nord-ovest è arrivato il vento di Roma Magistra Mundi: il mare si increspa, la corrente ci è contro, la Staffetta Altea annaspa e sbanda.

Esco dalla mia rotazione e sulla barca hanno acceso la fiaccola l’anarchia: Monica M., s’è scofanata da sola tutta la torta salata ed ora ha la nausea; Mon Général è stesa al sole tra le braccia di Morfeo; il resto della crew ha assaltato la cambusa e sonnecchia distratta e per finire veniamo pure arrembati dalla barca dei giudici gara:

- “Alle 14:00 queste le tirate tutte fuori e andate al porto in barca”, gridano ai nostri piloti.

- “Maremma agra” – rispondono di rimando – “Queste arrivano! Vi diciamo che arrivano”.

- “Mi raccomando, a sparo”, dico ogni volta che metto in acqua una compagna.

- “Ma…”

- “Zitta e nuota … a sparo, segui la barca, non t’allargare, vai verso le punte, ma non stare troppo sotto”, e intanto penso: “A corpo morto, piuttosto le faccio arrivare tutte a corpo morto, ma arriviamo. Maremma bonina, se arriviamo”.

Nel frattempo, Mon Général sciolta dall’abbraccio di Morfeo, beata e riposata, chiede:

- “Quand’è il mio turno?”

- “Adesso, vai!”, e la lanciamo in acqua.

I cambi delle rotazioni diventano frenetici, dalla radio sentiamo avvisi di nuotatori che si sono ritirati, ma noi siamo ancora in gara e ci giochiamo un testa a testa con un’altra staffetta.

Arriviamo all’agognata Punta Lividonia, a pelo poco prima delle 14:00. È fatta, a Porto Santo Stefano arriviamo nuotando tutte insieme.

Obiettivo raggiunto, “Livello di difficoltà 3” superato, ha inizio il cocente “Livello di difficoltà 4”.

- “Come andiamo a Porto Ercole a recuperare la 313?”, chiede Monica C.

- “Facile,” - risponde Giulia – “passa mio fratello a prenderci con la sua auto”.

Allora mi rilasso e mi piazzo davanti al punto di ristoro dove con gaudio magno ho adocchiato una generosa distribuzione di pezzi di anguria fresca che mi fa entrare in uno stato di frenesia alimentare.

- “Giulia, ma quando arriva tuo fratello?”, chiediamo in coro mentre il sole ci sta cucinando il cervello come un uovo fritto.

- È uscito ora di casa”.

- “Ah bene”, penso satolla di anguria e in pace con Dio e l’Umanità intera.

- “E dov’è la casa?”, chiediamo sempre in coro.

 “A Roma …”.

Maremma bonina, meno male che ci chiamano per la premiazione. L’organizzazione ci assegna un riconoscimento speciale, ci danno gli attestati e le medaglie. I giornalisti accendono le telecamere e chiedono a Cristina di rilasciare una dichiarazione. Davanti ai microfoni, per l’emozione, Mon Général si impapera (¡eh sì! è umana anche lei), poi torniamo ai nostri posti sotto il sole. Chiamiamo tutti i taxi della zona. Nulla, nessuno è disponibile [Maremma agra, addà venì Uber, addà venì!] e così ci rassegniamo all’attesa … tanto finché c’è anguria c’è speranza (almeno per me).

Alle ore 19:30, lasciata Giulia che torna a Roma con suo fratello, recuperata e ri-stivata in qualche modo la 313, riprese le nostre posizioni da yogin, ci mettiamo pensosamente in viaggio verso il “Livello di difficoltà 5”.

- “Monica, questa volta alla guida facciamo a turno”.

- “Sì, certo!”.

- “Monica! Monica, ci hai sentite?”.

Nessuna risposta. Monica C., ha ingranato la marcia, riacceso la radio e pigiato il piede sull’acceleratore.  Frattanto mi appunto mentalmente il nome della radio, che a loop manda in onda una canzonetta che fa “papapaparapapapa” [Maremma agra, siamo la patria di Dante e manco sanno scrivere poche battute di testo] e mi riprometto che, se rinasco terrorista gli vado a mettere il tritolo sotto il ripetitore.

Alle 23:30 siamo all’Autogrill di Castelnuovo Scrivia. Con Monica M. e Cristina, attraversiamo il sottopasso, ritroviamo la 313 scassata dove l’avevamo lasciata e senza segni di effrazioni vandaliche. Cristina, speranzosa, prova a metterla in moto: la 313 fa due piccoli sobbalzi, esala un altro rantolo e si ferma. Nell’attesa del carro attrezzi rendiamo felici nugoli di zanzare.

 Anche il “Livello di difficoltà 5” è stato superato e alle ore 24:30 del 12 agosto siamo a casa di Monica C., pronte per affrontare il prossimo livello.

Il “Livello di difficoltà 6”, prevede l’entrata in scena, salvifica, di Marco, alias il Signor Gatto, che lasciata nottetempo la metropoli tentacolare di Busto Arsizio, ci fa da tassista riaccompagnando a casa Irene e facendo poi rotta verso Bareggio, dove Monica M. recupera la sua auto e mi riaccompagna a casa. Alle ore 2:00, varco la soglia di casa e svengo a letto.

Rimane solo il “Livello di difficoltà 7”, l’ultimo, il più temibile.

12 agosto, alle ore 5:00, Monica C. si alza e, stoicamente, va al lavoro. Alle ore 9:00, Cristina inizia a battagliare con l’assistenza delle 313 scassate per trovare un’officina, senza che la squadra debba trasformarsi nella Banda Bassotti per svuotare il deposito di Paperon de’ Paperoni. Alle ore 11:00 esco di casa, con destino finale Bassano del Grappa. Alle ore 12:00, anche Monica M. raggiunge, mestamente, il suo posto lavoro.

Epilogo 1

Alle ore 18:03, dopo un viaggio Flixbus di quasi 4 ore, una lunga attesa nella spianata di asfalto della Stazione Autobus di Vicenza, un viaggio di un’altra ora su un bus privo di climatizzazione [e un rischio di incendio del telefonino], un chilometro a piedi, zaino in spalla, sotto il sole ancora cocente, suono il campanello di casa del siòr Peron solo per scoprire che il citofono è rotto. Allora chiamo al telefono, ma è staccato. Maremma agra, mi tocca scavalcare il cancello. Quando sono in cima, schiere festanti di zanzare mi danno il benvenuto e alle mie spalle sento una voce nota che chiede:

- “Cossa xeto ‘drio fare?”.

- “…..??#@$%&!!” 

- “Vàrda che no the ghe più l’età per fare ‘ste robe!”.

- “Lo sé lo sé, comunque sono arrivata”.

- “Benòn, i ronzini ‘riva sempre”.

- “Sì, noi ronzini arriviamo sempre. Auguri papà!”.

Epilogo 2 (dalla chat di gruppo)

Irene: “Ho smarrino gli occhialini nuovi”.

 Sabrina: “Io il cappellino”.

Giulia: “Qualcuno ha trovato il mio asciugamano?”.

Monica C.: “Non riesco a far quadrare i conti su Splitwise!”.

Monica M.: Allegria! Tutti i livelli di difficoltà sono stati superati. Game Over!

Cristina: “In 30 ore ho superato così tanti livelli di difficoltà che mi sento ubriaca”.


***

Per resoconti più veritieri dell’evento:

https://maremmanews.it/post/argentario-torna-da-porto-a-porto-22-km-a-nuoto-per-aiutare-l-att-in-acqua-anche-la-staffetta-tutta-al-femminile-di-altea

https://www.sportmediaset.mediaset.it/altrisport/ventidue-chilometri-di-solidarieta-l-11-agosto-torna-da--porto-a-porto-_101741095-202502k.shtml

https://www.vrsicilia.it/da-porto-a-porto-presente-anche-la-sicilia-con-altea/