Pensieri liquidi

domenica 9 dicembre 2018

Fuori linea # 1 - Spina




Fuori Linea #1


«Sai cos`è la nostra vita? La tua e la mia?
Un sogno fatto in Sicilia.
Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando»
(L. Sciascia - Candido)


Spina



Santina era bella. La più bella tra le sorelle Spina: Sarina, Santina, Giovannina e Ciccina, che non era ancora nata ma aveva già capelli rossi e faccia lentigginusa.

Santina testa alta, occhi fieri, capelli corrotulati sopra la nuca e fermati da minuscole forcine, attravirsava svelta la strada. Mariano la taliava passare e sospirava per quella carusitta tosta e avrebbe voluto togliere quelle forcine a una a una e poi sciogliere la matassa di quei ricci neri come la pece, per perderci dentro quelle mani da zappaterra che aveva.

Mariano era un senza Dio, comunista, povero (peccato massimo), disertore della Grande Guerra e neppure la febbre spagnola l’aveva voluto, tanto era malarazza. Così sibilava invelenito Saru Spina alle sue figlie, taliando Santina.
-          Sta pure a capo della lega degli agrumai della Sicilia jonico-orientale.

Ma Santina non rispondeva, non parlava, taliava. Taliava la furia gloriosa del suo garofano rosso, la mattina che Mariano, in un vidiri e svidiri, fischiò l’inizio di una sassaiola, balzò sul palco del comiziante fascista, gli sonò un carricu di lignate, l’appellò gran curnutu e si diede alla fuga.

La sortita anarcoide venne premiata con una robusta cura ricostituente di olio di ricino e nelle patrie galere le legnate furono generosamente restituite in manganellate a lui e, per superchiu, ai suoi fratelli: Nicoló scampò, Rosario il più piccolo ne morì, aveva 15 anni.

Tirarlo fuori di galera fu còmpito, come sempre, dell’avvocato Giuseppe Sapienza, detto Peppino: l’avvocato dei poveri, socialista e libertario, che - anni dopo - sarebbe stato tra gli organizzatori della rocambolesca fuga da Regina Coeli di due futuri Presidenti della Repubblica, in attesa di fucilazione.

Mariano, uscì spiritato, ma non arreso. Ma più spiritata di lui era Santina che gli ficcava gli occhi addosso e smaniava per un garofano, un garofano rosso.

Così andò la storia. Sarina, la primogenita delle sorelle Spina, d’ammucciuni, preparò la scala sotto la finestra della camera. Santina la discese. Mariano l’attendeva. Fuggirono nottetempo: lui aveva 26 anni, lei 10 di meno.
Allo scandalo della fuitina una sola riparazione era possibile: il matrimonio.
Saru Spina, giarno di raggia, dovette piegarsi alla forza dei fatti. Lui che non si era mai piegato, neppure ai rovesci delle onde, quando aveva fatto naufragio con tutto il suo carico e a forza di braccia dai marosi aveva portato in salvo solo la sua pellaccia e aveva principiato tutto d’accapo.