Pensieri liquidi

sabato 20 gennaio 2018

48 International Sabac Swim Maraton

48 International Sabac Swim Maraton  - 6 agosto 2017 (Serbia).
Cronachetta








Cronachetta

1) Premessa 
La Sabac Swim Maraton si tiene in Serbia e si snoda lungo un percorso di 19 km nel fiume Sabac (o, italianizzato, Sava) in un percorso che congiunge la città di Jarak con quella di Sabac.
La maratona, detta anche Maratona della Pace, è organizzata dall'infaticabile Vojislav Micijc (http://openwaterpedia.com/index.php?title=Vojislav_Mijic), per ricordare una strage nazista che avvenne in quei luoghi.
La maratona, caso più unico che raro, non solo non ha costi di iscrizione, ma offre ai partecipanti due notti in hotel più i pasti. Durante la gara ciascun partecipante ha una barca che l'assiste, con a bordo il giudice di gara.
Infine per i primi tre vincitori assoluti maschi e femmine è previsto un premio in denaro (http://openwaterswimming.eu/node/13972).


All'edizione 2017 si sono presenti 18 nuotatori di cui 4 italiani. Partecipazione femminile pari a quella maschile. Nuotatori per lo più sotto i 20 anni, con due giovanissimi (nonché fortissimi) ragazzini di 12 e 14 anni.
Temperatura esterna 40 gradi - Temperatura acqua 30 gradi

Vojislav Micijc

2) Gli amici
La maratona mi è stata consigliata dalla mia casa amica Nadia Ben Bahtane (http://openwaterpedia.com/index.php?title=Nadia_Ben_Bahtane) che me ne parla in termini così entusiasti che alla fine mi convinco.

Poi, a mia volta, trasmetto l'entusiasmo al mio amico Davide Balsamo di Trapani, che si risolverà anche lui a partecipare.

All'arrivo all'aeroporto Tesla di Belgrado, vengo presa in consegna dal mio amico Srdjan T., che - con una pazienza degna di miglior causa - si presterà a fare da autista, traduttore, factotum, assistente e guida turistica.



3) Il torpedone 

Arrivo a Sabac, il 5 agosto puntualissimi alle ore 13, per il briefing, che non si terrà mai.
Invece ci sarà un continuo saliscendi dal torpedone messo a disposizione dall'organizzazione che, al ritmo di musiche balcaniche, in una giornata di caldo asfissiante (40 gradi), ci scarrozza fino a sera qua e là ad ascoltare discorsi di benvenuto tanto solenni quanto (per noi) incomprensibili (malgrado i tentativi di traduzione di Srjdan), a mangiare portate pantagrueliche di goulash fumanti (con tanti saluti alla dieta pre-gara) ed a feste cittadine organizzate in nostro onore.
A fine giornata sono stravolta e vedendo il mio stato Davide mi avvisa: "guarda Sabrij che questa è una gara a eliminazione, solo chi sopravvive oggi fa la gara domani".

Sabac: il pontile dell'arrivo



















4) Il pilota canterino

Se alla mia prima traversata dello stretto di Messina (correva l'anno 2009) ho trovato il pilota, che in preda all'entusiasmo in mezzo allo stretto si è messo a gridare : "Avvocatooooo forzaaaaa che questa la vinciamoooo" (e io a pensare: "ma tutte a me devono capitare? Ma cosa gli hanno raccontato?"),  qui ho trovato il pilota canterino.

6 Agosto 2017, alle 9 della mattina, dopo la visita medica di controllo, sul torpedone che ci porta al campo gara, in una giornata, se possibile, ancora più calda della precedente, il pilota della mia barca si siede vicino e me e, saputo che sono italiana anche lui in preda ad un entusiasmo irrefrenabile (ma perché poi?), per tutto il tempo mi canta nell'orecchio canzoni italiane degli anni '60.
Io penso che Davide ha ragione e che questa davvero è una gara a eliminazione, perché inizia a scoppiarmi la testa e dubito di riuscire ad arrivare viva al campo gara.



5) Il campo gara


Giunti finalmente al campo gara, ci accolgono con musiche e danze balcaniche (ma come fanno con questo caldo?). Le danze smettono, le musiche invece proseguono a tutto volume tra decine di vespe che ci ronzano intorno.
Mentre boccheggio cercando di mantenere la ragione nel riparo di un po' d'ombra, Davide finisce di firriare torno a torno e mi dice: "mihh Sabrij mi sentu pigghiatu ri turchi". 



















6) Tutte a me capitano

Alla partenza ci chiamano a uno a uno, ci allineiamo sotto il sole, le musiche continuano le vespe ronzano sempre più vorticosamente e io mi sto sciogliendo dentro il costumone.




La partenza


Poi improvvisamente la partenza, pronti via.
Ho la barca numero 1 con a bordo il pilota canterino, un giudice di gara, più il mio amico Srjdan che mi sta accompagnando in questa avventura facendomi da coach, assistenza, traduttore e tuttofare.
Non c'è praticamente corrente e l'acqua è caldissima. Mi sembra di cuocere come un tortellino, penso agli amici della Federazione Italiana Gelide Acque (Alberto S., Paolo C., Thomas W. K, Enzo Favoino) 
che nuotata orrorifica sarebbe stata per loro.

Il fiume mi si snoda davanti in una lunga striscia verde, lungo il verde degli alberi.
Intorno al 13° km il pilota canterino si accorge che sí ha portato la borsa frigo, ma s'è scordato di metterci l'acqua e così, nonostante le proteste di Srdjan, decide di lasciarmi andare mentre la barca si accosta sul lungo fiume a chiedere rifornimenti ai villeggianti, che rispondono generosamente caricandoli di bottiglie d'acqua e, soprattutto, di birra ghiacciata.


Nel frattempo Srdjan avvisa gli organizzatori che sto nuotando senza assistenza, i quali a loro volta avvisano le barche degli altri nuotatori di controllarmi.

E così inizia il calvario: chi mi fa segno di andare a sinistra, chi mi rimanda a destra, altri che mi ributtano a sinistra e io procedo a zig zag, cercando di non perdere il ritmo, l'ottimismo e, soprattutto, di seguire quel rivolo di corrente fredda che mi capita di trovare, chiedendomi cosa sarà successo alla mia barca. La quale, scoprirò all'arrivo, si era impantanata carica di birre e non riusciva più a ripartire.


Io, invece, a forza di zigzagare ho trovato la corrente e via accelero mentre il pilota canterino, che finalmente è riuscito a far ripartire la barca, mi insegue.

L'arrivo è esilarante sulla barca numero 1, il pilota canterino balla, canta e agita il sombrero, io finalmente tocco dopo 20 km e 4h08min dalla partenza, esco dall'acqua e poi corro più velocemente possibile su un pontile di ferro che mi ustiona i piedi da tanto è rovente.
L'arrivo col pilota canterino





L'arrivo di Davide















Alla premiazione, tra inni, saluti e discorsi vengo pure premiata come concorrente più anziana.













 Mentre la vittoria giustamente arride ai giovanissimi e bravissimi partecipanti della maratona.












Poi ultima gita sul torpedone (iniziavo ad affezionarmici) fino all'hotel e via il Museo Tesla di Belgrado ci aspetta